Tommaso Puccini e Girolamo Bartolommei. Una lunga amicizia fra arte e politica

Il fitto carteggio intercorso tra Tommaso Puccini e Girolamo Bartolommei, rinvenuto nell’Archivio di Stato di Firenze, offre diversi spunti di interesse non soltanto relativamente alla figura dell’abate pistoiese, tanto nel corso del suo ventennale soggiorno romano quanto nel periodo da lui trascorso a Palermo dove, in qualità di direttore degli Uffizi, si era rifugiato tra il 1801 e il 1803 per salvare dalle truppe francesi i tesori d’arte delle Gallerie Granducali, ma anche alla biografia del marchese fiorentino e alle vicende storiche in cui fu coinvolto. Su questo membro della nobile ed antica famiglia Bartolommei, infatti, non esiste praticamente bibliografia essendo il suo nome e la sua figura evocati solo incidentalmente, e assai raramente, in testi generali sulla storia degli anni in cui egli visse, dunque fra il 1747 e il 1818, e quasi sempre in citazioni che sostanzialmente ripetono il poco che di lui si legge nella «Storia civile» di Antonio Zobi a proposito del ruolo da lui svolto, in qualità di gonfaloniere, in occasione del rientro in Toscana del restaurato Ferdinando III. 

Collana Biblioteca Storica Pistoiese n° 22