Chiusura della sede – Una lettera ai soci del Presidente

Cari Soci,

come certamente avrete saputo, dal mese di febbraio u.s. la Società non ha più l’uso della propria sede. Una ordinanza dell’ufficio della Pubblica Istruzione del Comune, infatti, ci ha inibito l’accesso ai nostri locali di Via dei Pappagalli, permettendo l’ingresso saltuario di sole due persone al fine di assicurare il funzionamento dei deumidificatori della biblioteca e l’espletamento di altri compiti essenziali. Si tratta di una vicenda di cui il Consiglio Direttivo non aveva ritenuto opportuno fino ad oggi dare una formale notizia (come avrete visto, neppure sull’ultimo numero del Bullettino ne abbiamo voluto fare parola); e ciò nella speranza che si riuscisse a trovare una via d’uscita in tempi brevi. Il protrarsi tuttavia di questa dolorosa situazione ci impone a questo punto di dare atto di quanto accaduto, intanto con questa comunicazione interna e a breve anche con una presa di posizione pubblica sulla stampa.

All’origine dell’attuale stato di cose è stato un episodio in realtà assai modesto – lo staccarsi, cioè, di un tratto dell’architrave della porta d’ingresso esterna ai nostri locali: vicenda, peraltro, in alcun modo imputabile ai frequentatori dei locali stessi, ma dovuta al semplice invecchiamento dell’edificio che ci ospita. Nel giro di pochi giorni, la dirigente dei servizi della Pubblica Istruzione del Comune, i cui uffici occupano tutto il resto della villa e che è responsabile della sicurezza dell’intero edificio, ha emesso una diffida formale con cui viene preclusa alla Società (ed a maggior ragione, ovviamente, ai frequentatori della biblioteca) l’accesso al piano terra dello stabile.

Oltre che in riferimento al crollo di cui sopra (in realtà ben circoscritto, riparabile con relativa speditezza e in ogni caso assolutamente non ostativo della agibilità dei locali, data la presenza di un secondo accesso posteriore alla sede), la misura è stata motivata con una cospicua serie di ragioni ulteriori, relative al mancato rispetto di varie prescrizioni ritenute indispensabili alla fruizione degli spazi sociali ed alla collocazione in essi di una biblioteca di uso pubblico. Della necessaria osservanza di tale complesso di obblighi, peraltro, nessuno, nei quasi vent’anni della nostra permanenza nella Villa, aveva mai fatto minimamente cenno agli organi della Società, neppure in via informale. Certo è, comunque, che l’insieme di queste carenze a noi imputate (dalla mancanza di un bagno nei nostri locali a quella di un impianto antincendio per la biblioteca alla assenza di delimitazioni fisiche capaci di isolare efficacemente gli spazi da noi occupati da quelli riservati agli uffici comunali) ha reso fin dall’inizio assai problematica la possibilità di rientrare in possesso dei nostri ambienti.

Non spetta a noi formulare ipotesi circa le ragioni specifiche che hanno indotto i funzionari di questa branca dell’amministrazione comunale ad assumere un così drastico provvedimento nei nostri confronti, quando non si era mai registrato, per l’avanti, il minimo segno di disagio da parte loro circa la nostra presenza all’interno del palazzo.

Vale la pena piuttosto ricordare che fin dalla sua costituzione, nel 1898, la Società è stata ospitata continuativamente in locali di proprietà comunale – originariamente, in particolare, presso la Biblioteca Forteguerriana, poi in alcune stanze delle ex-Leopoldine, e infine, dal 2004, (dopo una temporanea permanenza in Via Abbi Pazienza, in spazi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio) appunto nella Villa Baldi Papini di Via dei Pappagalli. Ciò, del resto, non è avvenuto solo in ossequio al legame storico che da sempre unisce ovunque le Società di Storia patria alle rispettive amministrazioni cittadine, ma anche in virtù di una precisa convenzione con cui nel 1969 il Comune di Pistoia si è assunto l’obbligo di assicurare una sede alla nostra Società come corrispettivo delle più di cinquanta riviste di storia locale che la Società riceve regolarmente da altre istituzioni italiane in cambio del suo Bullettino e che di anno in anno ha sempre regolarmente depositato presso la Biblioteca Forteguerriana. Risalente al 1969, tale convenzione è stata sempre tacitamente rinnovata dalle due parti di tre anni in tre anni ed è ancor oggi perfettamente in vigore.

Preso atto della nuova situazione, dunque, il Sindaco e l’Amministrazione hanno cercato di individuare in questi mesi, sotto il nostro continuo stimolo, una collocazione alternativa per la Società, che fosse in grado di garantire non solo il regolare proseguimento della vita sociale ma soprattutto una idonea collocazione ai circa 20.000 volumi che compongono la nostra biblioteca specializzata (volumi, si noti, in grandissima parte inseriti nel catalogo REDOP e come tali costituenti una sezione del patrimonio bibliografico provinciale in tutto e per tutto pariordinata a quella conservata per es. presso la S.Giorgio o la Forteguerriana). Purtroppo, da febbraio ad oggi non è emersa alcuna soluzione capace di soddisfare tali esigenze. L’ipotesi, in particolare, di un nostro trasloco nell’ex convento delle Crocifissine di Via della Provvidenza, originariamente prospettataci dal Sindaco, è stata in seguito riconosciuta poco praticabile da parte dei tecnici stessi del Comune in ragione del carattere semi-fatiscente di questo immobile e degli interventi di adeguamento assai onerosi che sarebbero richiesti per renderlo pur minimamente agibile.

Nonostante dunque le continue sollecitazioni rivolte in questi mesi alla Segreteria del Sindaco e agli uffici tecnici, al momento la situazione è in stato di stallo. Mentre l’amministrazione non sembra più in grado, al momento di proporre soluzioni alternative, da parte dei dirigenti della Pubblica Istruzione non è venuto alcun segnale di voler rivedere le decisioni già assunte: e ciò a dispetto del fatto che, da parte nostra, sia stata manifestata invece la piena disponibilità a farci carico di una parte consistente degli oneri economici relativi ai lavori di adeguamento dei locali di Villa Baldi Papini segnalati dalla ordinanza di febbraio. Nel frattempo, non solo la nostra attività è gravissimamente compromessa, ma l’uso stesso della biblioteca è del tutto precluso ad una cittadinanza che ha diritto ad accedervi come a qualunque altra parte del patrimonio librario pubblico. Mentre parimenti inaccessibile risulta anche il prezioso archivio di Natale Rauty, depositato dalla famiglia presso la Società e costituente uno strumento fondamentale per lo studio della storia cittadina.

Fedeli ad un secolare costume di understatement, siamo ben determinati a non lasciarci trascinare in alcuna polemica aperta verso chicchessia. Ma il protrarsi di questa situazione penalizzante e oggettivamente del tutto immotivata ci obbliga quantomeno a rendere pubblico il nostro profondo disagio e le nostre buone ragioni.

Auspicando che la situazione possa risolversi il prima possibile, colgo l’occasione per inviare a tutti voi i più cari auguri per le prossime feste

Pistoia, 8 dicembre 2021

Il Presidente

Luca Mannori